La
Linea Gotica e la seconda guerra mondiale in Lucchesia.
Immagini
di luoghi, volti e documenti
70
anni fa, tra il settembre 1943 e il settembre 1944, le comunità
della Lucchesia conobbero l’occupazione tedesca.
La
guerra, fino ad allora lontana, calò come un’ombra sulla
popolazione civile, raggiunse ogni paese, ogni casa. Le requisizioni,
i rastrellamenti, la paura per sé e per i propri cari, gli allarmi
aerei, la fame, le fughe degli uomini ricercati, la persecuzione
degli ebrei, le violenze dei tedeschi e dei fascisti contro civili
inermi divennero aspetti della vita quotidiana.
Allo
stesso tempo, 70 anni fa, molte donne e molti uomini spinti da
diverse motivazioni e nei modi più diversi rifiutarono un’ideologia
che distruggeva l’essere umano e la sua dignità e si opposero
all’occupazione tedesca e al collaborazionismo fascista,
consapevoli di mettere in gioco la loro stessa vita.
Gli
scatti fotografici colgono le tracce che la seconda guerra mondiale
ha lasciato. Tracce a volte profonde a volte solo accennate, quasi
sempre presenti ai nostri occhi, quasi mai guardate.
Osservando
le fotografie entriamo nei cunicoli della Linea Gotica, camminiamo
lungo le trincee, interroghiamo il cielo dalle fessure delle
fortificazioni, passiamo di fronte alla Casa degli Oblati, alla
Certosa di Farneta, alla Pia Casa, con le loro stanze un tempo
cariche di speranze e dolore, e scopriamo memorie pietrificate che
nascondono le storie di don Aldo Mei, di Roberto Bartolozzi, di Ilio
Menicucci, di don Giorgio Bigongiari, di Aldo Giannoni e di molti
altri, donne e uomini, civili disarmati o partigiani combattenti.
Incontriamo
poi lo sguardo di Arturo Paoli, di Anna Maria Cheli e di Nara
Marchetti. Le loro mani i loro volti scavati sono memoria sono tracce
di esperienze solo apparentemente locali, ma che in realtà
rappresentano una chiave per comprendere aspetti più generali della
nostra storia.
L’itinerario
narrativo che le immagini compongono ci interroga anche sulla
definizione del tempo che ci separa dagli eventi bellici e
resistenziali ed esplora la materia di cui è fatta la nostra
memoria: la carta, i volti, la pietra. Ne descrive la dissoluzione e
la resistenza, per farne l’unità di misura della nostra memoria.
Emmanuel
Pesi,
ricercatore
in Storia contemporanea,
Dipartimento
di Scienze Politiche,
Università
di Pisa
La Materia della Memoria
Mostra Fotografica
Dal 18 al 30 gennaio 2014
Municipio di Capannori